Vengono ingiustamente detti immaginari mali che sono invece fin troppo reali, dato che procedono dalla nostra mente, unico regolatore del nostro equilibrio e della nostra salute.
Emile M. Cioran
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV TR, 2002) la tricotillomania fa parte dei Disturbi del Controllo degli Impulsi.
Per diagnosticare tale disturbo devono essere presenti i seguenti sintomi:
- Ricorrente strappamento dei propri capelli che causa una notevole perdita di capelli.
- Senso crescente di tensione immediatamente prima di strapparsi i capelli, o quando si tenta di resistere al comportamento.
- Piacere, gratificazione, o sollievo durante lo strappamento dei capelli.
- L’anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale e non è dovuta ad una condizione medica generale (per esempio, una condizione dermatologica).
- L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento.
Le zone più frequentemente colpite sono il cuoio capelluto, le sopracciglia e le ciglia mentre, in casi molto rari, l'area pubica.
Molto spesso la tricotillomania è correlata alla tricofagia, ossia l'ingerire i peli strappati, e quando questo succede, nei casi più gravi si può avere la formazione di vere e proprie tricozoari, ossia boli di capelli ingeriti, che possono addirittura ostruire il tratto intestinale causando effetti negativi nell'apparato intestinale.
La tricotillomania è doppiamente più frequente nelle donne rispetto gli uomini. Invece nei bambini sotto i sei anni, i maschi superano le femmine 3 volte a 2 ed il picco di incidenza è tra i 2 e i 6 anni.
Alcuni studi evidenziano che, nell'infanzia, manipolarsi i capelli mentre si succhia il pollice, può perfino progredire verso la tricotillomania, ma il movimento dello strappo che si ha in quest'ultima richiede una sottile coordinazione motoria così che raramente è stata vista prima dei 2 anni di vita.
La tricotillomania spesso inizia a manifestarsi in presenza di situazioni sociali difficili.
Invece di spezzarli la persona strappa in maniera compulsiva i capelli o i peli delle ciglia, sopracciglia o raramente i peli dell'area pubica. Lo strappo è spesso ritualizzato e può essere limitato a particolari momenti, giorni o luoghi.
Sebbene le lesioni siano di solito singole, possono essere comunque molto estese. I capelli vengono strappati, più frequentemente, dalla regione frontoparietale, caratteristicamente dalla periferia verso il centro. Si ha come risultato una zona ben definita in cui i capelli sono attorcigliati e rotti a varia distanza dallo scalpo normale ma che talvolta presenta patognomonici "colpi d'unghia" : gli steli dei capelli possono presentarsi interrotti dal trauma o possono essere rimossi in toto. Ovviamente i capelli rimossi più recentemente saranno più corti, cosicché le lesioni saranno caratterizzate da capelli di varia lunghezza, assottigliati alla punta o consumati, sparsi a caso tra follicoli vuoti che sono segnati da dotti neri. Quando la mano passa delicatamente sopra le lesioni, si avverte una sensazione simile a quella che si ha passando sopra la barba.
I pazienti affetto da tricotillomania, a differenza del paziente con escoriazioni psicotiche, per ragioni di imbarazzo o disagio, di solito negano la loro abitudine e, talvolta, è opportuno metterli di fronte al proprio problema.
Per quanto riguarda la terapia, i problemi dei bambini dovrebbero essere discussi con i loro genitori.
La diagnosi è però spesso rifiutata dai genitori che non hanno osservato il bambino mentre si strappa i capelli e che trovano inaccettabile credere che il problema sia una auto punizione.
Nel caso dell'adulto, a volte, quando il problema è presente da poco tempo, il supporto del dermatologo può essere sufficiente, mentre il più delle volte occorre l'aiuto di uno psicoterapeuta qualificato.
Le strategie della psicoterapia breve, come per altri disturbi, riescono a sbloccare il circolo vizioso nel quale si sente bloccata la persona in tempi davvero rapidi.
Di solito si procede in questo modo: si fa, con la persona, un contratto terapeutico di dieci sedute entro cui bisogna ottenere dei significativi cambiamenti.
Se non sono avvenuti cambiamenti, la psicoterapia comunque si conclude.
A casa, tra una seduta e l'altra vengono assegnati dei compiti, che hanno proprio lo scopo di rendere veloce il cambiamento.
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