I nostri dubbi sono traditori e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perché abbiamo paura di tentare.
William Shakespeare
C’è un posto (a dir la verità non troppo grande...), nel mondo, dove non ci sono case e nemmeno costruzioni dell’uomo.
Qui c’è solo campagna: fiori di ogni colore, alberi grandi e forti che con i loro rami sembrano giocare con il cielo, rocce indistruttibili che con il tempo sembrano essere diventate persino più belle, torrenti con un’acqua tanto trasparente da non sembrare nemmeno vera e poi tanto, tanto verde, di ogni singola sfumatura… In questo Regno incontaminato dal potere dell’Uomo, si nascondono tanti animali, di tutte le specie: non tutti ovviamente si conoscono.
Qui vige solo una regola: la spontaneità, e tutti la rispettano senza problemi.
Tra gli abitanti di questo Regno vi sono le formiche, eterne lavoratrici.
Le farfalle, che passano il loro tempo ad ammirarsi sul riflesso del fiume che scorre come la loro età.
Le cicale, eterne amanti del piacere.
I millepiedi, che passano il loro tempo volteggiando sui prati e sui fiori mettendo in mostra la loro tipica ed affascinante andatura.
E tanti altri amici animali accomunati da una sola cosa. Tutti vivono la vita come i bambini, nello stupore continuo, nell’assoluta meraviglia, nella spensieratezza più totale: e tutti sono, perciò, felici.
Un giorno però una formica, tanto giovane quanto ingenua, si staccò dalle altre infaticabili amiche lavoratrici, quando scorse in lontananza, non senza stupore, qualcosa che non aveva mai visto: intravide un millepiedi “danzare” sopra un prato e muoversi con tale leggiadria ed eleganza che non le pareva vero; la formica ne rimase folgorata: mai aveva visto una cosa simile! Un essere vivente dotato di mille piedi che cammina e passeggia con tale grazia ed armonia: incredibile, pensò la formica, devo scoprirne il segreto! E così passò dei giorni ad ammirare il passo del millepiedi: lo seguì dappertutto, in ogni angolo del terreno, mantenendosi sempre ad una certa distanza perché temeva di essere scoperta.
Dopo qualche giorno la formica, sempre più affascinata ed ammaliata dalla danza del millepiedi ma anche sempre più confusa ed affranta poiché la sua ricerca non aveva portato a nessuna conclusione, si stancò di osservare e decise allora di andare a chiedere direttamente al millepiedi quale fosse il suo segreto.
Così gli andò incontro e con la spontaneità di un bambino disse: mi vuoi dire come fai a camminare così bene con mille piedi insieme, mi spieghi come riesci a controllarli ed a coordinarli tutti contemporaneamente? Il millepiedi confessò alla formica di non averci mai ragionato… così cominciò a pensarci su e da quel giorno non riuscì più a muoversi ed a camminare.
Da quel giorno su quel Regno, fino ad allora così felice nella sua spontaneità e quindi così diverso dal mondo dell’Uomo, aleggia una terribile ombra: la sensazione di assomigliare sempre più al mondo dell’Uomo