Le tasche vuote non hanno mai fermato nessuno. Solo una testa vuota e un cuore vuoto possono farlo.
N. Peale
I primi segni di declino del cervello compaiono in genere intorno ai 60 anni.
Dopo questa età si registra un incremento del decadimento con notevoli differenze individuali.
Oltre alla predisposizione genetica ed alle conseguenze delle eventuali malattie, anche lo stile di vita ha un ruolo molto importante nel mantenere un accettabile grado di plasticità del sistema nervoso. In questo modo le persone che continuano a studiare o che non vivono un’esistenza caratterizzata da rigide abitudini, in genere, mantengono a lungo la loro curiosità e la capacità di risolvere i problemi.
Chi è continuamente sollecitato da stimoli diversi, ma non troppo stressanti, ha buone possibilità di mantenere stabili a lungo le proprie capacità intellettive.
Esistono delle capacità che, con l’invecchiamento, si possono addirittura consolidare o accrescere tra cui la sensibilità estetica e la capacità di sintesi.
Il cervello dell’anziano si dimostra però assai sensibile nei confronti degli eventi di vita stressanti, come i lutti o il pensionamento.
Il pregiudizio sostenuto da molti giovani che gli anziani siano tutti simili è errato. Infatti gli anziani non solo sono diversi l’uno dall’altro, ma sono più diversi l’uno dall’altro di quanto lo siano le persone appartenenti ad ogni altra fascia di età: in sostanza gli individui tendono a diventare meno simili man mano che invecchiano.
Purtroppo la disinformazione è predominante come, per esempio, la convinzione che il deterioramento intellettivo sia diffuso e inevitabile, che la depressione nell’anziano sia incurabile e che il sesso sia un argomento chiuso.
Invecchiare può essere particolarmente difficile per le donne in quanto spesso fanno fatica ad accettare le rughe e il deterioramento fisico che diventa sempre più preponderante con l’età.
Per tali motivi i problemi psicologici della vecchiaia possono essere particolarmente gravi per le donne.