La Psicoterapia breve centrata sulla soluzione ( TCS o Solution focused brief therapy model ) è una forma di psicoterapia breve che nasce dal lavoro pioneristico di Steve De Shazer e dal suo gruppo di Terapia Familiare Breve negli Stati Uniti (più precisamente a Milwaukee) nei primi anni '80.
In questo tipo di psicoterapia breve non si va a scavare nel passato delle persone alla ricerca di presunte, oscure e quantomeno dubbie cause del problema.
Al contrario si guarda al presente e sopratutto al futuro della persona.
L'attenzione, fin dal primo colloquio, è rivolta alla soluzione, non al problema.
È una psicoterapia orientata sulla soluzione.
La soluzione, secondo Steve De Shazer, non deve necessariamente applicarsi ad un problema specifico, né è necessario che emerga dal problema stesso.
La soluzione, piuttosto, emerge da ciò che la persona considera l’ obiettivo desiderato.
Queste chiavi fondamentali, definite così dallo stesso De Shazer (1997), possono essere utilizzate per risolvere una vasta gamma di problematiche.
La TCS trova le sue basi, teoriche e pratiche:
- nel modello costruzionista, in particolare nell’approccio dei costrutti personali di G. Kelly (1955);
- nella programmazione neurolinguistica (Bandler e Grinder 1980);
- nel modello di psicoterapia strategica sviluppato a Palo Alto in California presso il Mental Research Insitute (MRI) da Watzlawick, Weakland e Fish (1974);
- nell’approccio narrativo descritto da White ed Epston (1990).
- nel pensiero di Gregory Bateson e in quello di Milton Erickson.
Molte ricerche e studi sulla TCS dimostrano che le persone possono essere aiutate senza un'analisi profonda del problema e che il processo di costruzione della soluzione si può separare, in modo netto, dal processo di soluzione del problema (O’Connell, 2002).
La TCS pone l’attenzione sugli obiettivi e in particolare su come gli obiettivi sul futuro diano forma a ciò che si fa nel presente. Se si hanno le idee chiare su ciò che si vorrebbe fare nel futuro, si sarà più motivati e decisi su ciò di cui c'è bisogno nel presente.
Secondo De Shazer la chiave della psicoterapia breve è quello di “utilizzare ciò che i pazienti portano con sé per aiutarli ad appagare i propri bisogni in modo che possano rendere le proprie vite soddisfacenti” (p. 132, 1997).
Questo concetto rappresenta anche una delle chiavi di lavoro di Milton Erickson.
Alcune delle strategie utilizzate dalla TCS sono: incoraggiare il paziente a fare qualcosa di diverso, cercare le eccezioni del suo problema, notare ciò che piacerebbe continuasse ad esserci nella sua vita, dare un punteggio al cambiamento e la miracle question.
In definitiva la TCS, in contrapposizione ai modelli psicoanalitici e al senso comune, afferma con forza che:
- il cambiamento dipende dalla capacità della coppia psicoterapeuta-paziente di formulare gli obiettivi e non dalla lunghezza effettiva della terapia;
- il cambiamento dipende dall’arricchimento del repertorio cognitivo, emotivo e comportamentale della persona e non dal suo superamento di ipotetici meccanismi di difesa;
- il cambiamento dipende dalla creazione di una relazione collaborativa tra psicoterapeuta e paziente e non dalle interpretazioni del cosiddetto transfert;
- il cambiamento dipende da come ci si rappresenta il futuro senza il problema e non da quanto sia estesa e profonda l'analisi del problema.
Bibliografia:
Bandler, R., Grinder J. (1980) La metamorfosi terapeutica. Astrolabio, Roma.
De Shazer, S., Berg, I.K., Lipchik, E., Nunnally, E., Molnar, A., Gingerich, W., Weiner-Davis M. (1997) Terapia breve: uno sviluppo focalizzato sulla soluzione. In Nardone G., Watzlawick P. (a cura di) Terapia breve strategica. Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997.
Kelly, G. (1955) Thepsychology of personal constructs. W.W. Norton and Co, New York.
O’Connell (2002) La Terapia centrata sulla soluzione Ecomind, Salerno.
Watzlawick P., Weakland J.H., Fisch R. (1974) Change. Astrolabio, Roma.