L’uccello che sia stato invischiato in un cespuglio, prende a dubitare,
con le ali tremanti, di ogni altro cespuglio che veda.
Marco Aurelio
Da dove viene la tanto utilizzata parola fobia?
Il suffisso deriva dal nome del dio greco “Phobos”, una divinità che incuteva paura e terrore nei nemici. A dir la verità esiste anche una luna di Marte (la più grande e la più interna delle due) che si chiama Phobos ma ovviamente in questa sede non ci interessa.
Le zoofobie sono le cosiddette fobie degli animali: ad esempio la fobia dei cani, oppure la famosa aracnofobia (paura dei ragni), la fobia dei serpenti, la fobia dei piccioni, ecc..
Queste forme di panico possono portare la persona a vivere molto male: mi ricordo ad esempio di una persona che arrivò nel mio studio di Reggio Emilia lamentandosi di essere fobico per i serpenti.
Forse il lettore in questo momento sta pensando che di serpenti a Reggio Emilia non ve ne sono e che quindi il problema non sussiste; è vero, se non che quella persona di professione faceva la guardia forestale!
Per cui i serpenti poteva incontrarli ogni giorno.
Ben diversa è la situazione per le più diffuse fobie dei cani, dei piccioni, dei gatti e dei topi, dove ovviamente le possibilità di incontro sono molto più elevate.
Quindi a parte quando la persona non fa una vita che lo porti in contatto con l’animale per cui è fobico, molto difficilmente queste paure interferiscono con il benessere della persona e quindi difficilmente la persona richiederà l’aiuto di uno psicoterapeuta.
Solo le paure che interferiscono con la vita quotidiana o che creano un intenso disagio possono essere diagnosticate come fobie.
Come per tutte le fobie, l'evitamento è il fattore cruciale che mantiene rinforza il circolo vizioso fobico.
Le tecniche e le strategie più efficaci per superare le fobie passano tutte per l' esposizione, che può avvenire sia con l'immaginazione che (meglio ancora) in vivo.
L'esposizione può avvenire gradualmente o come si fa nel flooding, tutta in una volta.
Bibliografia:
Atti del Ciclo di Seminari Le Psicoterapie brevi Modena 2005.
Sapolsky R. M. Perché le zebre non si ammalano di ulcera? McGraw-Hill 1999.